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Immagine del redattoreAlessandro Di Maggio

Il rock è morto

Aggiornamento: 13 mag 2022

In questo articolo analizzeremo due fenomeni musicali che ci possono far capire se il rock è diventato un genere di nicchia o se gode ancora di ottima salute.



2 marzo 2021, ore 22:30 circa.


Sullo schermo in onda il 71esimo Festival di Sanremo.


Amadeus annuncia l’ottavo artista in gara, parte l’applauso, qualche secondo di silenzio in sala, poi parte un rumore di fondo a me molto noto, subito dopo un riff distorto di chitarra elettrica, la cassa della batteria batte gli ottavi… parte una voce graffiante… 8 battute e parte basso e rullante… altre 8 battute ed arriva il ritornello… ma questi “sono fuori di testa” penso. No vabbè, il direttore artistico quest’anno se drogato prima di fare la selezione degli artisti in gara?


Improvvisamente mi raddrizzo sul divano, il battito cardiaco accelera, non è possibile, un brano rock a Sanremo?! Roba che non si sentiva dai tempi del Blasco nazionale. È sono anche giovani. Quattro ragazzetti, per l’esattezza: 3 ragazzi ed una ragazza che, ad occhio e croce, avranno al massimo 20 anni. I Måneskin!


Si certo, adesso mi ricordo: ho sentito un paio di loro brani in radio, niente male. Ammazza, sono finiti tra i big di Sanremo.


Ok, ok, è tutto chiaro: li hanno inseriti per far vedere che al festival non ci sono soltanto canzoni pop stramelodiche ultracommerciali, ma anche generi nazionalpopolari come la trap ed il rock.

Strano però, perché il rock ormai è quasi diventato un genere di nicchia. Spesso sento dire addirittura che il rock è morto.


Va beh, arriveranno agli ultimi posti proprio come Vasco tanti anni fa.


Invece qualche giorno dopo, sti quattro regazzini romani, orgoglio della capitale, non solo hanno vinto Sanremo arrivando primi in classifica, ma addirittura, qualche mese dopo hanno anche vinto l'Eurovision Song Contest, con una canzone rock cantata in italiano. Scusate se mi esalto, ma quattro giovani romani, che cantano e suonano (bene) brani rock nel 2021, in lingua italiana, battendo francesi, inglesi e tedeschi quando mi ricapita?!


Ma non finisce qui.


Perché subito dopo l’eurovision, tre loro brani entrano nelle classifiche di tutta Europa e oltre, nonché in quella globale di Spotify; Zitti e buoni e I Wanna Be Your Slave fanno il loro ingresso nella classifica Billboard Global 200 USA.

Il 4 luglio 2021 il quartetto raggiunge la vetta della classifica mondiale di Spotify con la loro versione di Beggin' dei Four Seasons.

Il 6 novembre 2021 aprono il concerto dei Rolling Stones. Credo che non debbo aggiungere altro.


Ovviamente, in rete fioccano le polemiche e gli insulti (gratuiti) dagli stessi rockettari, i quali sostengono ardentemente che i loro brani non siano vero rock e che hanno copiato i Led Zeppelin. Ma la cosa che mi fa più ridere sono quelli che dicono: “eh… grazie che hanno avuto tutto sto successo, con la Sony dietro che li spinge.” Come se la Sony avesse solo loro sotto contratto. E tutti gli altri artisti della Sony? Come mai non hanno avuto lo stesso successo?


Comunque, polemiche a parte, non voglio parlare del fenomeno Maneskin (perché di vero e proprio fenomeno del tutto inspiegabile si tratta), ma di come a volte, tutte le previsioni e le stime economico sociali degli espertoni musicali, lasciano il tempo che trovano.


Ma cambiamo argomento.



Estate 2014, il geologo marino Fabio Zaffagnini tira fuori un sogno dal cassetto: vedere i Foo Fighters in concerto nella sua città, Cesena. Ma serve inviare alla rock band un invito a cui non si possa dire di no, un tributo, il più grande mai realizzato: un video di mille musicisti che contemporaneamente suonano e cantano una loro canzone. Per realizzare questo sogno, serve una squadra di pazzi disposti a metterci competenze, tempo e cuore. Così arrivano otto folli visionari, che si mettono al lavoro sul progetto. Questo però nel tempo libero, perché tutti fanno un altro lavoro. Del resto con i sogli non ci si pagano le bollette.

È il 26 Luglio 2015, mentre il sole si avvicina all'orizzonte, mille musicisti suonano all'unisono, meravigliosamente: la scena è irreale, un trionfo di lacrime e pelle d'oca. In tre giorni il video è online e milioni di persone nel mondo lo vedono e lo condividono sbalordite. Tra loro c'è Dave Grohl. Fabio e il suo team non sono più un'armata Brancaleone, ma diventano realizzatori di miracoli.


Una volta imboccata la via dei mille, è impossibile fermarsi.

Una canzone non basta più, bisogna consolidare quella che a tutti gli effetti è, e sarà, la più grande Rock band al mondo. Ci vuole un intero concerto dal vivo, in uno stadio gremito. Questo il nuovo sogno di Zaffagnini ed i suoi compagni.

È il 24 luglio del 2016 e dopo un anno di lacrime, sudore e sangue, i Mille suonano 17 tra i più grandi brani della storia della musica Rock allo stadio Manuzzi di Cesena, il concerto è sold-out. Il pubblico è senza fiato, la terra trema, il muro di suono prodotto dalla più grande Rock band del mondo si sente a distanza di chilometri.


Questo è rockin’1000… un sogno che diventa un evento e che si trasforma in una community.


Oggi la community di rockin’1000 vanta oltre 26.000 musicisti provenienti da 138 paesi diversi.

570.000 iscritti al canale Youtube, 260.000 mi piace alla pagina Facebook e 75.000 follower su Instagram.

La vera meraviglia di questo movimento, è che i musicisti non solo non vengono pagati, ma devono portarsi la loro strumentazione, pagarsi il viaggio, il vitto e l’alloggio.

E per partecipare come musicista o cantante ad uno degli eventi di rockin’1000, bisogna superare una selezione e ci sono liste di attesa interminabili.


Nel 2022, rockin’1000, ormai diventata una società per azioni, lancia un equity crowdfunding: obiettivo minimo raccogliere 200.000€ per ampliare il suo modello di business.

Alla chiusura della campagna, dopo soli 2 mesi, i creatori della rock band più grande al mondo, raccolgono 1.010.790€, cioè oltre cinque volte la somma stabilita per l’obiettivo iniziale.

Di solito, il 70% delle campagne di crowdfunding fallisce miseramente perché non si riesce nemmeno a raggiungere l’obiettivo minimo stabilito.


Adesso venitemi a dire che il rock è morto.


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